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Psicologia & Filosofia: Viaggio alla ricerca della libertà

. Attualmente, la neurofilosofia dibatte sul tema del libero arbitrio e considera il nesso tra le nuove scoperte neuroscientifiche e le teorizzazione filosofiche più accreditate. Tra le teorie più controverse, quella di Libet, pioniere nello studio della coscienza umana e primo vincitore del Virtual Nobel Prize in Psychology nell’1983, evidenzia come non esista libertà di azione poiché nel momento in cui si agisce si è già agito.Un esempio interessante è il caso di una donna, colpita da un trauma nella corteccia cingolata, conseguentemente affetta da mutismo acinetico; pur essendo in grado di parlare non lo faceva poiché non lo riteneva necessario. Possiamo dunque ipotizzare che il libero arbitrio si trovi proprio in quest’area, dove emozioni e cognizioni si uniscono e ipoteticamente generano le nostre scelte? Risulta plausibile ritenere che esso dipenda dalla causalità delle nostre scelte, dall’influenza determinante dell’ambiente e dalla nostra storiaUn’altra riflessione importate è quella proposta da Derrett, professore emerito di Oriental Laws alla University of London, che considera come noi probabilmente non siamo “nel circuito” ma siamo “il circuito”. Metzinger in “The Ego Tunnel” afferma nientemeno che noi , ovvero l’io, non c’è: l’io non è altro che un processo biologico. In quest’ottica anche la scelta compiuta, dal processo, non è altro che un altro processo biologico. Ciò può comportare che l’io, in quanto concetto umanisticamente inteso, non esista. A riguardo, Kant, nella Critica della Ragion Pura, evidenzia come non si possa parlare di libertà e di libero arbitrio, con i termini propri della logica, poiché ciò non porterebbe a nessuna risoluzione.Va quindi riconsiderata la libertà come concetto. Essa è una speculazione di cui non si hanno elementi, termini e parametri adeguati ad un suo inquadramento e per una sua definizione.Possiamo quindi ipotizzare che il libero arbitrio sia una concezione, un fenomeno, che non possiamo conoscere o chiarire con lo strumento proprio della ragione e della logica. Il concetto di libertà sfugge dunque al nostro intelletto, non possiamo imbrigliarlo in modo universale poiché esso può benissimo essere un elemento inesistente che noi, in quanto processi biologici, elaboriamo per necessità, per dare un significato al nostro agire, per fornire un senso al nostro fine. La libertà può anche non esistere e noi non siamo altro che processi biologici poiché la sua discussione non è avallabile attraverso la logica e la terminologia umana. Di conseguenza, il concetto in questione, se ipoteticamente insito nella natura umana, non può essere compreso veramente poiché deficitario di elementi di paragone o di corrispondenza.

articolo in bozza per gentile concessione dell'autore

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